Il titolo di questo articolo di approfondimento ci attirerà sicuramente le critiche di alcuni lettori, ma prima di associarsi a essi e partire con gli insulti, vogliamo sottolineare come questo vada letto nel contesto di un mercato discografico “pompato”, nel quale dominano solo gli artisti dai grandissimi numeri: i Kanye, le Beyoncé, le Taylor Swift della situazione.
Emerso dal collettivo Odd Future di Tyler, The Creator, Frank Ocean è sicuramente il personaggio di maggior rilievo di quel gruppo di artisti che comprende anche Syd ed Earl Sweatshirt. Se vogliamo basarci puramente sui numeri, il cantante ha 15 milioni di ascoltatori su Spotify, 3 milioni su Instagram e in Italia non si è mai nemmeno piazzato in classifica: eppure il suo curriculum è impressionante, avendo cantato con Beyoncé, Kanye West, Jay-Z, Calvin Harris, John Mayer e tanti altri ancora.
Profilo basso e voce cristallina
Frank Ocean appare regolarmente nelle playlist delle migliori canzoni dell’ultimo ventennio, viene scelto come esempio di figura di spicco e autorevole da artisti di primissimo piano che ne amano la voce delicata, eppure è relativamente da poco che ha una presenza pubblica (come ad esempio sui social, peraltro gestiti sempre in maniera piuttosto anomala, si direbbe quasi con eleganza).
Per di più, le sue uscite discografiche sono molto dilatate nel tempo, cosa che mal si sposa con la fame di contenuti del pubblico contemporaneo. Non è infrequente che l’artista le renda disponibili gratuitamente: il che rende Ocean davvero una rarità, un artista vero che sfugge alle regole del settore. Per chi non lo dovesse conoscere, un buon punto di partenza è la sua versione di “Moon River”, proprio quella di Audrey Hepburn in “Colazione da Tiffany”: una porta d’ingresso a un interprete soul dalla grandissima espressività.